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Colf e badanti, tempi stretti per la verifica al centro per l’impiego

2023-11-14 15:59

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Colf e badanti, tempi stretti per la verifica al centro per l’impiego

Dopo oltre dieci anni torna la quota riservata ai domestici. E’ possibile assumere addetti da qualsiasi Paese extra Ue.

Dopo oltre dieci anni torna la quota riservata ai domestici. E’ possibile assumere addetti da qualsiasi Paese extra Ue.

Potrebbe essere il passaggio al centro per l’impiego lo step più complicato per le famiglie intenzionate ad assumere una colf, badante o baby sitter proveniente da un Paese extraeuropeo, con il click day del 4 dicembre. I tempi sono infatti molto stretti, e chi si muove oggi, potrebbe non avere una risposta entro la data di presentazione della domanda.

La verifica della indisponibilità di un lavoratore già presente in Italia è infatti un passaggio obbligato secondo il decreto flussi 2023-2025, come per le altre categorie di lavoratori, esclusi gli stagionali. La famiglia deve quindi presentare una domanda al centro per l’impiego, che può avere tre esiti:

Ol’ufficio non dà un riscontro, trascorsi 15 giorni lavorativi dalla richiesta (se una famiglia fa domanda oggi, i 15 giorni lavorativi scadono proprio il 4 dicembre);

O l’ufficio invia un lavoratore: la famiglia deve dunque fare il colloquio e comunicare la sua eventuale inidoneità;

O il lavoratore segnalato non si presenta, entro 20 giorni lavorativi dalla richiesta del personale (seguendo l’esempio precedente, nel caso di una richiesta inviata oggi, i 20 giorni scadono dopo il 4 dicembre). Peraltro, le domande possono essere precaricate online solo fino al 26 novembre.

«Il centro per l’impiego - spiega Emiliano Soncini, dagli uffici Assindatcolf di Milano - potrebbe anche rispondere prima di 15 giorni lavorativi, comunicando di non avere candidati da proporre».

I conti sul reddito e il contratto

L’altra verifica da fare riguarda il reddito disponibile del datore: non è richiesta una soglia minima in caso di patologie o disabilità che limitino l’autosufficienza del datore, mentre è richiesto un reddito annuo minimo di 20mila euro per il datore solo, e di 27mila euro per chi ha altri familiari conviventi. Potrebbe avere quindi bisogno di integrare il proprio reddito con la partecipazione di altri familiari chi ha imponibili molto bassi.

Il lavoratore extracomunitario dovrà essere assunto con il Ccnl del lavoro domestico e avere una retribuzione mensile pari almeno all’importo dell’assegno sociale: 503,27 euro. «Questa retribuzione - spiega ancora Emiliano Soncini - corrisponde a un orario di lavoro di almeno 20 ore settimanali». L’assunzione può avvenire a tempo indeterminato o a termine (in questo caso, saranno un po’ più alti i costi contributivi). Il lavoratore da assumere può provenire da qualsiasi Paese extraeuropeo.

L’asseverazione

La verifica sull’osservanza del contratto collettivo di lavoro applicato e sulla congruità del numero delle richieste presentate per assumere lavoratori extra Ue deve essere effettuata, anche nel caso del lavoro domestico, da professionisti abilitati a rilasciare l’asseverazione: consulenti del lavoro, avvocati, commercialisti. La famiglia potrà farsi assistere per questo step anche da una delle associazioni che rappresentano i datori di lavoro domestico che hanno sottoscritto un protocollo ad hoc con il ministero del Lavoro (nell’elenco ci sono ad esempio Assindatcolf e Domina), indipendentemente dal fatto di essere associate o meno a queste organizzazioni.

Infine, non si sa ancora quanti dei 9.500 posti riservati in ciascuno degli anni dal 2023 al 2025, complessivamente, all’assistenza familiare e socio sanitaria, saranno destinati a ogni comparto. Cioè quanti saranno i posti effettivi per colf, badanti e baby sitter.

Cit. “Il Sole 24 Ore”



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