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Metalmeccanici, negoziati in salita su aumenti e orario di lavoro

2024-06-28 17:29

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Metalmeccanici, negoziati in salita su aumenti e orario di lavoro

Dai sindacati una richiesta di incremento medio di 280 euro. Proposta una riduzione delle ore lavorate a parità d salario.

Dai sindacati una richiesta di incremento medio di 280 euro. Proposta una riduzione delle ore lavorate a parità d salario.

La trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici con decorrenza 1° luglio 2024-2027 parte in salita. Nel secondo incontro che si è svolto ieri in Confindustria si è parlato della parte economica, con la richiesta dei sindacati di ottenere un incremento medio di 280 euro, e della proposta di Fiom, Fim e Uilm di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario.

Come era immaginabile è arrivata la risposta negativa di Federmeccanica e Assistal che considerano queste richieste insostenibili. Il dg di Federmeccanica, Stefano Franchi, in particolare, ha fatto notare che per effetto del meccanismo di adeguamento dei minimi tabellari ex post all’inflazione, secondo l’indicatore Ipca (Indice armonizzato dei prezzi al consumo al netto degli energetici importati) calcolato al 6,9% dall’Istat, a giugno i metalmeccanici avranno mediamente un adeguamento dei minimi di garanzia pari a 137,52 euro (al livello C3). Già a giugno dello scorso anno, in base allo stesso meccanismo, sono stati riconosciuti mediamente 123,40 euro (sempre al livello C3). Dunque in soli due anni sono stati riconosciuti nella metalmeccanica adeguamenti pari a 260 euro (al livello C3), e considerando l’intero periodo di vigenza dell’attuale contratto nazionale (da giugno 2021) l’adeguamento complessivo è stato pari a 310 euro (sempre al livello C3). «Sono numeri che parlano da soli ed evidenziano come il Ccnl abbia dato le risposte tempestive e sostanziose, determinando un salario di garanzia di assoluto livello», ha sottolineato Federmeccanica. Ancora a giugno vengono riconosciuti 200 euro di flexible benefit in aggiunta a quelli di pari importo erogati a partire dal 2021 per un totale di 800 euro netti, considerando l’abbattimento del cuneo fiscale. I sindacati hanno chiesto di aumentare a 250 euro i flexible benefit incassando il “no” di Federmeccanica che ha richiamato «tutti a confrontarsi con il Ccnl che deve essere collegato alla realtà di una categoria molto eterogenea caratterizzata da una diffusa ridotta profittabilità».

Per il leader della Fiom-Cgil, Michele De Palma «la distanza siderale resta, dobbiamo guardare avanti e investire sui lavoratori». Secondo uno studio della Fiom-Cgil, su un campione di aziende metalmeccaniche di circa 1,5 milioni di addetti, nel 2019 gli utili sono stati 15,1 miliardi di euro, mentre nel 2022 sono stati realizzati 26,2 miliardi di utili netti. A fronte di questo per la Fiom la spesa per il personale è diminuita da 66,2 miliardi di euro nel 2019 a 58,9 miliardi nel 2022. Il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, ha posto l’accento sulla «tassazione, sia a livello centrale, che locale con le aliquote marginali: erodono di quasi il 60% gli aumenti contrattuali. Insieme al fiscal drag queste erodono la tenuta del potere d’acquisto dei salari. Serve uno sforzo congiunto che punti a far detassare gli aumenti contrattuali». La riduzione dell’orario settimanale a 35 ore a parità di salario è la priorità indicata dal numero uno della Uil, Rocco Palombella: l’orario di lavoro è «fondamentale per rilanciare le industrie manifatturiere, attrarre le nuove generazioni, bilanciare vita e lavoro, risolvere le crisi industriali e affrontare le transizioni ecologiche e digitali in atto».

Cit. “Il Sole 24 Ore”



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