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Congedo parentale, raddoppiano i mesi pagati all’80%.

2024-02-01 13:24

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Congedo parentale, raddoppiano i mesi pagati all’80%.

Novità a sostegno delle famiglie. Dopo il primo mese pagato all’80% introdotto nel 2023, è prevista una seconda mensilità con lo stesso trattamento nel 2024.

Novità a sostegno delle famiglie. Dopo il primo mese pagato all’80% introdotto nel 2023, è prevista una seconda mensilità con lo stesso trattamento nel 2024, per chi termina la maternità o la paternità.

Un nuovo mese di congedo parentale indennizzato all’80% nel 2024, dopo quello con uguale trattamento introdotto per i neo-genitori dal 2023. È una delle misure previste dalla legge di Bilancio 2024 (legge 213/2023, articolo 1, comma 179), per tentare di sostenere la natalità in un Paese sotto i 400mila nati all’anno e il potere d’acquisto dei lavoratori con figli. Normalmente, infatti, i mesi di congedo parentale sono coperti da una indennità pari al 30% della retribuzione.

L’estensione dei congedi come misura contro il calo demografico è la ricetta annunciata anche dal presidente francese Emmanuel Macron, che nella conferenza stampa di inizio anno all’Eliseo, ha annunciato l’introduzione di un «congedo di nascita» di sei mesi per entrambi i genitori.

In Italia i mesi di congedo parentale, cioè l’astensione facoltativa dal lavoro che può essere richiesta dai genitori lavoratori dopo il congedo di maternità/paternità obbligatorio, è di dieci mesi complessivi per entrambi i genitori. Ovvero, per ogni bambino, nei primi 12 anni di vita, ciascun genitore ha diritto di astenersi dal lavoro per un periodo complessivamente non eccedente - in relazione alla coppia - dieci mesi. Solo nel caso in cui il padre lavoratore eserciti il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato non inferiore a tre mesi, il limite complessivo dei congedi parentali dei genitori è elevato a 11 mesi. Il congedo parentale, peraltro, spetta al genitore richiedente anche qualora l’altro genitore non ne abbia diritto.

I LAVORATORI CHE USANO I CONGEDI PARENTALI

I genitori lavoratori che finiranno il periodo di maternità-paternità dopo il 31 dicembre 2023, avranno dunque la possibilità di fruire di due mesi di congedo parentale retribuito all’80% nel 2024, fino a sei anni di vita del figlio, mentre i successivi mesi di congedo parentale indennizzato fruibili fino ai 12 anni del figlio al 30% sono sette fra entrambi i genitori. Oltre i nove mesi, il congedo parentale non è più indennizzato, quindi si può chiedere, ma senza retribuzione.

Dal 2025, il secondo mese di congedo parentale sarà invece coperto a regime da una indennità pari al 60% della retribuzione (invece che dell’80%).

La nuova disposizione della legge di Bilancio 2024 si applica non a tutti i lavoratori con figli fino ai sei anni, che abbiano ancora da fruire dei mesi di congedo parentale, ma solo ai neo genitori. La norma vale infatti, come detto, per i lavoratori che terminano il periodo di congedo di maternità o, in alternativa, di paternità, successivamente al 31 dicembre 2023. Per congedo di paternità in questo caso si intende l’astensione dal lavoro del padre lavoratore, fruita in alternativa al congedo di maternità, per tutta la durata del congedo di maternità stesso o per la parte residua che sarebbe spettata alla lavoratrice, in caso di morte o di grave infermità della madre ovvero di abbandono, nonché in caso di affidamento esclusivo del bambino al padre.

L’elevazione all’80% dell’indennità riguarda solo i lavoratori dipendenti: sono escluse tutte le altre categorie di lavoratori (autonomi, lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, e così via). Di conseguenza, se un genitore è lavoratore dipendente e l’altro genitore non lo è, i due mesi di congedo parentale indennizzati all’80% della retribuzione spettano solo al genitore lavoratore dipendente.

I mesi indennizzati all’80% della retribuzione sono solo due per entrambi i genitori e possono essere fruiti in modalità ripartita tra gli stessi o da uno soltanto. La fruizione suddivisa tra i genitori (ad esempio un mese all’80% a testa), non preclude la possibilità di fruirne nei medesimi giorni e per lo stesso figlio, come consentito per tutti i periodi di congedo parentale.

I congedi parentali sono stati utilizzati nel 2022 (ultimo dato disponibile) da 348.864 lavoratori, per il 78% donne. Anche i giorni di astensione richiesti sono molti di più per le lavoratrici madri: 54, in media, contro 23 dei lavoratori padri. Due anni fa, la possibilità di fruire del congedo parentale è stata estesa (con il Dlgs 105/2022) anche ai padri lavoratori autonomi: sono stati quasi 500 coloro che ne hanno beneficiato.

Cit. “Il Sole 24 Ore”
 



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