Comunicato dell’Economia: il protocollo tra i due Paesi disciplina durevolmente l’imposizione. Possibile svolgere in telelavoro fino al 25% dell’attività.
Frontalieri e smart working, firmato l’accordo tra Italia e Svizzera che consente di svolgere in telelavoro da casa fino al 25% della propria attività. Il telelavoro non ha ripercussioni né sullo Stato legittimato a imporre il reddito da attività lucrativa dipendente né sullo statuto di lavoratore frontaliere. A comunicarlo è una nota del ministero dell’Economia.
Il protocollo di modifica del vigente accordo sui frontalieri, firmato il 6 giugno dal ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti e dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter, disciplina durevolmente l’imposizione del telelavoro per i lavoratori frontalieri ed è di fatto operativo dal 1° gennaio di quest’anno poiché si basa su una dichiarazione d’intenti sottoscritta dalla Svizzera e dall’Italia nel novembre del 2023.
Il tema dello smart working per i lavoratri oltreconfine, che si è rivelato necessario nel corso della pandemia, ha trovato quindi un punto fermo dopo che la normativa emergenziale era stata di volta in volta prorogata. Il protocollo appena siglato è di particolare importanza dato il contenuto della circolare 25/E/2023 dell’agenzia delle Entrate che ha ribadito quali sono le caratteristiche per considerare un lavoratore frontaliere:
- deve essere fiscalmente residente in un Comune il cui territorio si trova, totalmente o parzialmente, nella zona di 20km dal confine con l’altro Stato contraente;
- deve svolgere un’attività di lavoro dipendente nell’area di frontiera dell’altro Stato, per un datore di lavoro residente, una stabile organizzazione o una base fissa di detto altro Stato;
- deve ritornare, in linea di principio, quotidianamente al proprio domicilio principale nello Stato di residenza.
Il protocollo di modifica ora firmato sostituirà definitivamente la dichiarazione d’intenti, con efficacia retroattiva al 1° gennaio 2024 e, precisa il Mef con un comunicato, i punti principali della regolamentazione esistente non subiscono modifiche.
Cit. “Il Sole 24 Ore”