Nel decreto Coesione due le misure rivolte ai giovani imprenditori in difficoltà.
Under 35, progetti da ottobre sia per «Autoimpiego Centro-Nord Italia» sia per «Resto al Sud 2.0». Il decreto Coesione, convertito in legge 95/2024, ha introdotto le nuove misure per sostenere i giovani in condizioni di svantaggio economico e sociale nell’avvio di attività imprenditoriali e libero-professionali.
Autoimpiego Centro-Nord Italia
La misura è rivolta a chi vuole avviare una nuova attività di lavoro autonomo, imprenditoriale o libero-professionale. Questo può avvenire sia in forma individuale, aprendo una partita Iva, sia in forma collettiva, costituendo cooperative, società a responsabilità limitata, società tra professionisti e altre forme giuridiche simili.
I beneficiari devono avere meno di 35 anni e trovarsi in situazioni di marginalità, vulnerabilità sociale o discriminazione. Possono anche essere inoccupati, inattivi, disoccupati o già beneficiari di ammortizzatori sociali nell’ambito del programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol). Possono partecipare persone che non rientrano in queste categorie, ma solo i destinatari diretti della misura possono controllare e amministrare l’impresa.
Per aiutare i giovani imprenditori a partire, sono previste diverse tipologie di sostegno. Gli incentivi prevedono finanziamenti per la formazione, per l’accompagnamento nella progettazione dell’attività e per il tutoraggio.
Ci sono incentivi specifici, come un voucher di avvio fino a 40 mila euro e contributi a fondo perduto. Questi ultimi possono coprire fino al 65% della spesa ammissibile, nel caso di investimenti fino a 120 mila euro e fino al 60% per investimenti tra 120 mila e 200 mila euro.
Resto al Sud 2.0
Il decreto introduce la nuova misura «Resto al Sud 2.0» per promuovere la costituzione di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Sud Italia e in quelle colpite dai terremoti del 2009 e del 2016 (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia).
L’incentivo finanzia iniziative economiche per l’avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali, sia in forma individuale con apertura di partita Iva sia collettiva come la costituzione di società o cooperative. Anche soggetti non rientranti tra i destinatari principali possono partecipare a queste iniziative, purché il controllo e la gestione dell’impresa restino in mano ai giovani beneficiari, ossia under 35 in situazioni di marginalità sociale, disoccupazione o iscritti al programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori).
Il sostegno offerto da «Resto al Sud 2.0» comprende diversi strumenti: servizi di formazione, accompagnamento nella progettazione preliminare e tutoraggio per migliorare le competenze dei giovani. Sono inoltre previsti aiuti per gli investimenti, con contributi a fondo perduto fino al 75% o al 70% delle spese in base all’importo investito.
I giovani possono beneficiare di un voucher di avvio fino a 40 o 50 mila euro se l’investimento riguarda beni innovativi o sostenibili. Per chi è iscritto al programma Gol e percepisce la Naspi, è possibile richiedere l’indennità di disoccupazione in un’unica soluzione, da usare come capitale per l’avvio dell’attività. Chi è beneficiario del supporto per la formazione e il lavoro può cumulare questa indennità coi nuovi incentivi.
L’iniziativa è parte di un piano di sostegno al Mezzogiorno, con un budget di 49,5 milioni per il 2024 e 445,5 milioni per il 2025 e mira a favorire occupazione e sviluppo economico nelle aree più svantaggiate del Paese. Per i dettagli su come ottenere i fondi e sui criteri di accesso, bisognerà attendere un decreto specifico che dovrà essere emanato entro il 6 ottobre 2024.
Cit. “Il Sole 24 Ore”